Il Progetto

«L’essere umano può venire semplicemente addestrato, domato, istruito meccanicamente, o veramente illuminato.
Si addestrano cani e cavalli e si possono addestrare anche gli esseri umani.
Comunque l’addestramento fa poco; ciò che conta soprattutto è che i bambini imparino a pensare.
I principi da cui sorgono tutte le azioni, dovrebbero costituire l’obiettivo».
Immanuel Kant

Premessa

Il gioco può essere considerato come una necessità fondamentale dell’essere umano, che assume un particolare significato durante l’età evolutiva in quanto favorisce lo sviluppo delle varie dimensioni della persona, ricoprendo un ruolo essenziale nella maturazione globale del soggetto. Il gioco infatti è in primo luogo uno strumento d’apprendimento eccezionale, perché può essere sempre adeguato al livello di sviluppo del soggetto.
Al gioco vengono riconosciute numerose funzioni: quella socializzante, la più universalmente attribuita al gioco; quella cognitiva, in quanto contribuisce a formare e consolidare le strutture cognitive; quella diagnostica e quella terapeutica con l’impiego clinico del gioco in psicologia e ancora la funzione linguistica o quella motoria, la funzione etica, etc.
Pertanto, l’adozione di una strategia ludico-operativa facilita, nell’ambito del processo di insegnamento/apprendimento, la motivazione degli alunni e il conseguimento degli obiettivi stabiliti.
Si propone un percorso progettuale denominato “Homo Ludens”, in cui il soggetto, attraverso una metodologia laboratoriale, è chiamato attivamente e responsabilmente a valorizzare le proprie capacità e abilità ed a vivere positive relazioni.

Denominazione

Progetto “Homo Ludens”, per la promozione e diffusione scolastica degli “Sport della Mente”: Dama, Scacchi, Bridge, Go & Affini.

Riferimenti normativi

Il Ministero della Pubblica Istruzione ha sottoscritto dei Protocolli d’Intesa con la Federscacchi (prot. del 12/03/1997 e successivi), la Federbridge (prot. del 09/06/1998 e successivi) e la Federdama (prot. del 24/07/1998 e successivi) inserendo le seguenti discipline nella cornice del Progetto “Sport a Scuola”, come da Circolare 3202/A1 del 23/09/1998.
Alla luce del recente Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Pubblica Istruzione (MPI) e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) del 21/09/2007, considerando le tre discipline come associate al CONI, il MPI autorizza formalmente le scuole che lo richiedono a dar corso all’insegnamento degli Scacchi, del Bridge e della Dama per i propri alunni.

Destinatari

Bambini/e di scuola primaria (6-11 anni).

Tempi

Il Progetto Homo Ludens è attuabile su base annuale, biennale o pluriennale; può comprendere singole o più discipline insieme, modulabili tra loro a seconda degli obiettivi/esigenze del gruppo. Ogni disciplina è quantificabile in 20/30 ore circa di intervento.

Finalità generali

L’apprendimento degli Sport della Mente rappresenta “un mezzo per facilitare la maturazione dello studente e per accelerare la crescita delle facoltà logiche, divertendolo nello stesso tempo”.
La pratica di queste discipline favorisce una più profonda capacità di concentrazione e potenzia, senza sforzo, le caratteristiche elaborative del cervello, con benefici in altri campi come scuola e lavoro.
Inoltre la pratica di queste discipline favorisce, nell’allievo, la formazione della coscienza sociale attraverso il rispetto delle regole, l’accrescimento della correttezza, il rispetto dell’avversario, l’accettazione della sconfitta e l’adattamento alla realtà.
Le finalità generali del progetto sono:

• stimolare e consolidare la consuetudine alla pratica delle attività ludico-sportive;
• offrire nuove opportunità formative coerenti con i bisogni della società;
• migliorare la qualità dell’offerta formativa della scuola;
• creare sinergie nel campo della formazione con le agenzie formative scolastiche;
• educare alla parità;
• valorizzare l’educazione al gioco;
• diffondere la pratica degli Sport della Mente.

Finalità educative

• Favorire la crescita culturale, civile e sociale dei giovani;
• Favorire l’educazione ludica dei bambini e dei ragazzi, rispettandone i naturali ritmi di sviluppo e le scelte personali;
• Prevenire il disagio scolastico che è un aspetto del disagio giovanile;
• Prevenire e superare la dispersione scolastica e la marginalità sociale valorizzando lo sviluppo della pratica delle attività ludiche come mezzo di apprendimento non formale e informale e di coesione sociale;
• Contrastare qualsivoglia forma di violenza e di bullismo a scuola e diffondere la cultura della “corretta educazione e pratica sportiva” che si contrappone ai fenomeni degenerativi dello sport conseguenti al perseguimento del successo a qualsiasi prezzo;
• Creare nuove forme di integrazione per gli alunni svantaggiati e/o diversamente abili attraverso lo sviluppo della pratica ludica;
• Promuovere l’educazione interculturale, facilitando i processi di socializzazione e di integrazione dei ragazzi stranieri;
• Promuovere e diffondere una cultura dell’educazione sportiva in grado di sostenere i giovani nella costruzione di un’immagine positiva del proprio sé, accrescere l’autostima e far assumere comportamenti responsabili e significativi rispetto al proprio progetto di vita;

Obiettivi generali

Il Progetto Homo Ludens si propone sia obiettivi comuni a tutte le discipline sportive sia obiettivi più collegati alla sua specificità in quanto Sport della Mente:

• Lo stimolo alla comprensione della problematica;
• Il ricorso razionale e sistematico all’uso della memoria;
• L’invito alla concentrazione;
• L’attivazione del processo di astrazione, in quanto la varietà e disomogeneità delle situazioni/eventi costringe ad una pluralità di analisi prima di passare alla sintesi.

Obiettivi specifici

Sviluppare concretamente i concetti teorico-pratici elementari relativi agli sport della mente per portare gli allievi ad una conoscenza abbastanza completa dei fondamenti non solo teorici delle varie discipline;
Il miglioramento della socialità e della relazionalità: gli sport della mente sono un forte elemento di socializzazione e di aggregazione, contribuiscono a creare un clima di comunità, combattono l’abulia, dirottano l’aggressività verso un sano agonismo;
La preparazione ad una consapevole gestione della qualità della propria vita (prepararsi ad essere) e l’acquisizione di sicurezze comportamentali: gli sport della mente sviluppano la capacità decisionale, sollecitano l’acquisizione della capacità del confronto, insegnano l’accettazione della diversità dell’altro, indicano come gestire l’errore e la sconfitta; favoriscono, inoltre, la presa di coscienza con il concetto della necessità della regola come base prima per una convivenza civile; contribuiscono alla strutturazione di una capacità di organizzazione razionale e produttiva;
Il miglioramento delle abilità di studio trasversali alle varie discipline (imparare ad imparare): le abilità che sono necessarie alla pratica degli sport della mente sono identiche a quelle necessarie per lo studio, pertanto attraverso una pratica di gioco è più semplice far acquisire le microabilità necessarie per una nuova scuola.

Obiettivi didattici

Obiettivi funzionali
• Sviluppare le abilità logico-matematiche:
• Sviluppare le abilità di analisi, deduzione, induzione, sintesi, feed-back;
• Sviluppare le capacità di anticipazione e previsione;
• Migliorare le abilità di studio trasversali alle varie discipline;
• Sviluppare le capacità logiche, la consequenzialità e le capacità di ragionamento;
• Affrontare e risolvere situazioni problematiche (problem solving);
• Incrementare le capacità di pianificazione;
• Abilitare allo sviluppo di strategie;
• Allenare le forme di sviluppo strategico;
• Introdurre alle forme del pensiero sistematico;
• Allenare il pensiero operazionale;
• Stimolare il pensiero organizzato;
• Rafforzare le qualità mnemoniche, la memoria visiva in particolare, la lucidità, la capacità di astrazione;
• Stimolare la capacità di osservazione e la concentrazione;
• Sviluppare la creatività, la fantasia e lo spirito d’iniziativa;
• Sviluppare la capacità di fare inferenze;
• Incrementare la resistenza all’impegno;
• Stimolare l’autovalutazione.

Obiettivi motivazionali
• Aumentare la disponibilità a imparare;
• Aumentare la motivazione al successo;
• Formazione di una coscienza autocritica;
• Migliorare la conoscenza di se stessi;
• Rafforzare l’autostima, l’autocontrollo, il senso di responsabilità;
• Sviluppare le capacità decisionali (decision making).

Obiettivi pedagogici
• Accettare con serenità il risultato di una gara sportiva;
• Imparare a vincere;
• Imparare a perdere;
• Riconoscere la funzione delle regole;
• Rispettare le regole;
• Rispettare i compagni e gli avversari;
• Migliorare la socialità e la relazionalità;
• Sviluppare un’equilibrata valutazione dei propri comportamenti e della propria personalità;
• Sviluppare l’esercizio della pazienza;
• Controllare l’impulsività, l’emotività, l’approssimazione, la superficialità e la presunzione.

Contenuti didattici

Gli specifici contenuti didattici si rifanno al quadro dettagliato di ciascuna singola disciplina, relativamente alle proprie finalità ed obiettivi.

Metodologia didattica

La metodologia di insegnamento mira a favorire l’acquisizione critica dei concetti proposti utilizzando prevalentemente il veicolo ludico, imperniato su una didattica specifica la quale prevede, nel pieno rispetto delle singole personalità, lo sviluppo della coscienza di gruppo, l’abilità di risoluzione dei problemi, l’apprendimento cooperativo.
Il principio fondamentale da seguire è quello di mettere l’allievo in grado di poter giocare il più presto possibile. Questo significa che, in una fase iniziale, è opportuno fornire solo quelle regole che sono veramente indispensabili per poter giocare.
È opportuno che l’allievo vada affinando man mano il gioco sulla base delle esperienze dirette, dei tentativi pratici, adoperando in modo sempre più efficace la sua fantasia e la sua capacita di calcolo.
Compito dell’insegnante sarà quello di guidarlo nei momenti positivi di questi esperimenti, attraverso una sintesi delle considerazioni tattiche e strategiche che via via emergono, facendo leva su un apprendimento ragionato, non puramente meccanico o mnemonico.

Sport della Mente e Obiettivi Didattici

Risultano evidenti alcuni collegamenti tra le valenze formative insite negli Sport della Mente e gli obiettivi della scuola. Nelle stesse “Indicazioni Nazionali” sono presenti le motivazioni fondamentali che dimostrano la validità e l’utilità del progetto, inteso come intervento educativo che non disturba il lavoro del docente, ma anzi ne diviene un sostegno metodologico e didattico per le numerose valenze formative insite nel gioco. Vediamo quindi come gli Sport della Mente possano rispondere ai requisiti cui fanno cenno le Indicazioni per il Curricolo:

“Dalle Indicazioni per il Curricolo del 2007”

1. «Alla scuola spettano alcune finalità specifiche: favorire l’autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi».

«L’educazione motoria sarà quindi l’occasione per promuovere esperienze cognitive, sociali, culturali e affettive […] Il gioco e lo sport sono, infatti, mediatori e facilitatori di relazioni e incontri. In questo modo le varie forme di diversità individuali vengono riconosciute e valorizzate e si evita che le differenze si trasformino in disuguaglianze […] L’attività sportiva promuove il valore del rispetto di regole concordate e condivise e i valori etici che sono alla base della convivenza civile. I docenti sono impegnati a trasmettere e a far vivere ai ragazzi i principi di una cultura sportiva portatrice di rispetto per sé e per l’avversario, di lealtà, di senso di appartenenza e di responsabilità, di controllo dell’aggressività, di negazione di qualunque forma di violenza […] Deve inoltre realizzarsi come un’attività che non discrimina, non annoia, non seleziona, permettendo a tutti gli alunni la più ampia partecipazione nel rispetto delle molteplici diversità».

«Soprattutto nella scuola primaria si potrà utilizzare il gioco, che ha un ruolo cruciale nella comunicazione, nell’educazione al rispetto di regole condivise, nell’elaborazione di strategie adatte ai contesti».

• Durante una partita il giocatore si trova spesso a dover scegliere la mossa da fare in assoluta autonomia, senza l’intervento di nessun altro: solo lui è responsabile di quello che fa. Dovrà quindi autonomamente valutare ogni volta la bontà della sua scelta e lo farà anche in relazione alle conseguenze che potranno derivare dall’azione dell’avversario.
• L’incontro con persone che hanno il suo stesso interesse aiuta notevolmente ad instaurare rapporti interpersonali ed un dialogo diverso dal solito nel momento in cui ci si accinge a rivedere la partita giocata. Infatti da una partita deriva sempre un dialogo tra antagonisti sia sull’andamento, sia sulla conclusione della partita, dialogo attraverso il quale i giocatori, rivivendo l’intero incontro, discutono sui pregi e sui difetti di ogni mossa effettuata. C’è anche l’abitudine al rispetto dell’avversario sulla base della convinzione che se lui ha vinto certamente non è stato merito della fortuna o del caso, ma ha giocato meglio, o ha commesso meno errori, o ha saputo volgere a suo vantaggio i nostri errori.

2. «Il compito specifico del primo ciclo è quello di promuovere l’alfabetizzazione di base attraverso l’acquisizione dei linguaggi simbolici che costituiscono la struttura della nostra cultura, in un orizzonte allargato alle altre culture con cui conviviamo.
Si tratta di una alfabetizzazione culturale e sociale, che include quella strumentale e la potenzia con un ampliamento e un approfondimento della prospettiva attraverso i linguaggi delle varie discipline»
.

• Gli Sport della Mente sono sicuramente un mezzo di comunicazione non verbale, un linguaggio alternativo attraverso il quale ogni giocatore comunica al suo avversario la propria strategia di gioco, il modo di utilizzare i propri pezzi, le proprie capacità logico-deduttive. Gli Sport della Mente sono un linguaggio di segni con valore sistematico forte, e di contenuto artistico e pedagogico.

3. Il Primo Ciclo, nella sua articolazione di Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado, si impegna a: «Realizzare percorsi in forma di laboratorio, per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa.
Il laboratorio è una modalità di lavoro che incoraggia la sperimentazione e la progettualità, coinvolge gli alunni nel pensare-realizzare-valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri, e che può essere attivata sia all’interno sia all’esterno della scuola, valorizzando il territorio come risorsa per l’apprendimento»
.

• Sicuramente, almeno ad un livello iniziale, il gioco contribuisce a trasmettere con una metodologia diversa, alcuni concetti matematici, linguistici ed antropologici, facendo in modo da aggirare alcune difficoltà di apprendimento.

4. Il Primo Ciclo, nella sua articolazione di Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado, si impegna a: «Incoraggiare l’apprendimento collaborativo. Imparare non è solo un processo individuale. La dimensione comunitaria dell’apprendimento svolge un ruolo significativo. In tal senso, molte sono le forme di interazione e collaborazione che possono essere introdotte (dall’aiuto reciproco all’apprendimento nel gruppo cooperativo, all’apprendimento tra pari), sia all’interno della classe, sia attraverso la formazione di gruppi di lavoro con alunni di classi e di età diverse».

Viene valorizzato il lavoro di gruppo in una forma diversa dalla solita: non si tratta più di lavorare insieme per realizzare un progetto, ma di discutere insieme sulle possibilità di trovare la soluzione migliore per determinare la validità del progetto. E’ appunto dalla collaborazione del gruppo che mediante l’analisi delle mosse possibili si arriva a determinare la validità di un piano di gioco.

5. Il Primo Ciclo, nella sua articolazione di Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado, si impegna a: «Favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere la passione per la ricerca di nuove conoscenze. In questa prospettiva, la problematizzazione svolge una funzione insostituibile: sollecita gli alunni a individuare problemi, a sollevare domande, a mettere in discussione le mappe cognitive già elaborate, a trovare piste d’indagine adeguate ai problemi, a cercare soluzioni anche originali attraverso un pensiero divergente e creativo».

• Tutte le partite a Dama, Scacchi, Bridge, Go & Affini rispondono pienamente ai requisiti di cui sopra: non si può improvvisare né si può giocare a caso, si andrebbe incontro ad una disfatta sicura.

6. «L’obiettivo della Scuola non può essere soprattutto quello di inseguire lo sviluppo di singole tecniche e competenze; piuttosto, è quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri».

• Occorre sempre progettare un piano di gioco a medio e lungo termine fissando degli obiettivi intermedi da raggiungere, analizzando e verificando continuamente il punto raggiunto in base alle risposte dell’avversario. Tutto ciò è principalmente frutto di riflessione e di studio individuale.

Considerazioni

Risultano evidenti alcuni collegamenti tra le valenze formative insite negli Sport della Mente e gli obiettivi della Scuola.
Nelle stesse “Indicazioni Nazionali” sono presenti le motivazioni fondamentali che dimostrano la validità e l’utilità del Progetto inteso come intervento educativo che non disturba il lavoro del docente, ma anzi ne diviene un sostegno metodologico e didattico per le numerose valenze formative insite nei giochi stessi.
Gli Sport della Mente contribuiscono a formare gli schemi mentali che concorrono a sviluppare, mediante costruzioni logiche, i quadri concettuali di cui si parla nelle Indicazioni Nazionali.
L’abitudine a un certo ordine e a determinati schemi, propri degli Sport della Mente, concorrono a trasporre queste abitudini in comportamenti che il bambino interiorizza, diventando parte integrante della sua personalità.
Il gioco contribuisce alla formazione generale del bambino perché ogni partita stimola inconsciamente la messa in moto di automatismi che influiscono sullo sviluppo mentale, sulla formazione del carattere e sulla coscienza sociale.
Questi automatismi costituiscono le valenze formative di ciascuna disciplina, raggruppate secondo la sfera formativa di riferimento.

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